19/10/2019
PAURA ALLA CAPOLISTA
Pall. Valsugana Young Academy - S.Domenico Savio 1-3 (12-25 16-25 25-22 21-25)
A fine quarto turno il San Domenico esce dalla Tenso G.Zorzi a punteggio pieno (12 punti), ma ha rischiato grosso nel quarto set, dopo che le Young's avevano già strappato con merito il terzo, al cospetto di un Valsugana giovane, ma senza timori reverenziali.
Coach Michela Raffaello sceglie come strarting-seven Angelica Pinton, Chiara Mason, Emma Tosato, Noemi Toffan, Chiara Michelotto, Anna Mason e libero Martina Dario. Vecchia conoscenza in panchina ospite (più nel settore maschile), con il navigato coach Antonio Casarin chiamato a sostituire l'allenatore "titolare".
Piace il piglio delle locali, il San Domenico invece appare forse un po' deconcentrato, in entrambi i casi la battuta tende a prevalere sulla ricezione o più in generale la fase break su quella di cambio-palla. Dopo un terzo di set in sostanziale parità, con mini-break da una parte e dall'altra che di fatto si annullano tra loro, a metà parziale arrivano due filotti importanti dai nove metri a mandare in fuga le ospiti che si trovano così a doppiare le padroni di casa (11-22), anche se a onor del vero la gara è piacevole e continuano a non mancare azioni combattute. Il San Domenico va sul velluto, alle giovani Valsugana manca un po' di killer instinct (12-25).
Due cambi per coach Raffaello in avvio di secondo set, con l'ingresso di Serena Rizzi ed Alice Agostini. Qualche errore di troppo in avvio su entrambi i campi, le due squadre però mostrano una buona impostazione di gioco che appare anche più vario in questo parziale.
Si amplifica il trend che vede la squadra in battuta collezionare più punti, con il Valsugana che scappa e si fa recuperare, poi va sotto e si riprende. Un paio di recuperi strepitosi e un pizzico di astuzia che sempre serve strappano applausi al pubblico locale, a lungo estasiato (15-15). Grida vendetta un black-out, brave comunque le ragazze del San Domenico a non lasciar possibilità di recupero alle padroni di casa ed a sfruttare un paio di turni particolarmente favorevoli durante l'intero arco del match (17-25).
Stessa formazione del set precedente per il Valsugana, ma cambio di rotazioni per provare a constrastare la potenza avversaria in un paio di turni. Tattica vincente perchè a quanto di buono già fatto vedere in precedenza, si uniscono ora nelle Young's una maggior costanza di rendimento, una minor propensione all'errore e soprattutto il riuscire a limitare molto di più i momenti di difficoltà.
A metà set le prime avvisaglie che spaventano le ospiti, brave a reagire senza perdere la testa e potenzialmente ad ipotecare set e gara (19-21). Ritrovato il servizio, il Valsugana cambia le sorti del parziale con una buona solidità difensiva, grazie al servizio che mette in difficoltà e rende più scontato il gioco rivale, insieme ad un attacco discreto e ad un paio di errori letali del San Domenico: le ragazze di casa danno idea di consapevolezza del potercela fare, mettono il massimo impegno e così viene dato vita ad un (quasi) monologo locale che viene premiato con la conquista del set (25-22).
Il quarto set non ha novità ed è a lungo una fotocopia del precedente, con alcune differenze, quasi dettagli, in grado di influenzare e rispecchiare il risultato finale. Dopo i primi punti di studio, più favorevoli all'Academy, Inerzia nelle mani del San Domenico, con il Valsugana comunque sempre sul pezzo ed attaccato al match. Dentro Emma Boldrin e Giulia Amà; coach Casarin a sua volta apporta correttivi ed attinge dalla panchina quando necessario.
Semplicemente il San Domenico ha qualcosa in più in termini di esperienza e nei colpi di un paio di atlete: nulla che con la differenza di età tra le contendenti non possa essere allenabile, però in questa giornata costringe il Valsugana a deporre le armi (21-25), seppur a testa alta.
Il San Domenico ha rischiato di lasciare punti, merito di un Valsugana attento e determinato che può far ben sperare per il futuro. Importante continuare a lavorare bene e con massimo impegno, per recuperare con il tempo il gap di preparazione ed esperienza: questo è l'insegnamento più grande lasciato in eredità dalla partita.